Una nuova teoria sul Big Bang potrebbe cambiare tutto quello che abbiamo sempre saputo fino ad adesso. Di che si tratta?
Gli scienziati sono convinti che la nascita di ogni cosa sia dovuta al Big Bang. Si tratta del più grande evento universale che sia mai stato ipotizzato, ed è elemento di dibattito e controversie tra atei e credenti. Ecco perché è molto importante fare quanta più chiarezza è possibile su questo evento. Ma è andata davvero così? Un nuovo studio potrebbe smentire quello che sappiamo su questo evento.
La ricerca è stata condotta dagli esperti dell’Università di Ottawa, che hanno reinventato una nuova teoria cosmologica. Il Big Bang, che come sappiamo è avvenuto 13.79 miliardi di anni fa, forse ha funzionato in modo diverso. La nuova ipotesi suggerisce che sia stato raddoppiato il tempo trascorso sino ad oggi. La mega-esplosione che ha innescato tutto ciò che esiste ora sarebbe accaduta molto prima della presunta data riportata.
Rajendra Gupta, l’autore dello studio, afferma che ulteriori studi avrebbero allungato il tempo di formazione della galassia. L’universo non dovrebbe avere 13.79 miliardi di anni, bensì 26.7 miliardi di anni. Il motivo di questa età è dovuto al calcolo effettuato con lo studio della luce spostata verso il rosso, che proviene da galassie molto lontane. I colori appaiono più rossi man mano che le lunghezze d’onda vengono allungate da sorgenti luminose.
Big Bang, la data di nascita dell’universo è corretta? Secondo questo studio non lo è
Gli astronomi possono “riavvolgere” il tempo misurando la velocità con cui le galassie si muovono l’una rispetto all’altra. Questo è necessario per calcolare quando devono essere distrutte durante il Big Bang. Insieme alle nuove tecniche e ai progressi tecnologici fatti, gli astronomi sono convinti che la reale età di creazione dell’universo sia di 26.7 miliardi di anni.
Questo nuovo modello per il calcolo dell’età del Big Bang spiega anche alcune anomalie che non erano state ancora chiarite. Un esempio sono le stelle che si pensavano fossero molto più vecchie dell’universo. Lo stesso vale pure per alcune giovani galassie scoperte dal telescopio spaziale James Webb.
Si credeva, infatti, che avessero un livello di maturità pari o superiore alla nostra galassia. Il nuovo modello sarà d’aiuto per chiarire queste faccende irrisolte, così da potersi concentrare su altri aspetti che riguardano il nostro universo.