Sotto l’Africa sta succedendo qualcosa e gli scienziati ora guardano al continente che potrebbe dividersi a metà.
Data la nostra prospettiva di vita che, nella migliore delle ipotesi, può raggiungere il secolo, sembra che il pianeta non si sia mosso di un millimetro ma in realtà la Terra è interessata da una serie pressoché continua e costante di movimenti microscopici che, se guardati a distanza di migliaia di anni, ci permettono di vedere come è cambiata la superficie del pianeta anche in relazione ai movimenti degli strati sottostanti.
Buona parte delle ultime scoperte fatte su ciò che si trova sotto quella che chiamiamo crosta terrestre sono state rese possibili dai nuovi strumenti che, attraverso la tomografia sismica, permettono di raggiungere strati prima solo immaginati. E tra le varie scoperte fatte negli ultimi decenni c’è la presenza di qualcosa che potremmo chiamare continenti sommersi.
Sommersi non nel mare, come fantomatiche isole di Atlantide, ma immerse nello strato denominato mantello, quello che divide la crosta dal nucleo. In questo strato a quanto pare galleggiano almeno due enormi conformazioni rocciose che hanno preso il nome di superplume. E una di queste superplume si trova proprio nella zona del cosiddetto Rift orientale africano.
Il continente con il continente sotto, cosa c’è sotto il Rift?
Un gruppo di scienziati ha da poco pubblicato un nuovo studio sulla rivista specializzata in scienza della terra Advancing Earth And Space Sciences. Al centro dello studio proprio quelli che sono i movimenti del continente che galleggia nel mantello sotto l’Africa in corrispondenza della Rift Valley africana orientale. La Rift Valley è una zona di grande attività sismica dato che è uno dei vari punti del pianeta in cui la crosta terrestre e la litosfera sottostante si stanno allontanando.
Su tutta la superficie se ne trovano diverse anche se proprio quella africana è una delle più profonde. Sotto questa zona, che si estende sotto la superficie su cui poggiamo i piedi per quasi 6000 km e che attraversa una zona compresa tra il Mozambico e la Siria, si sta muovendo una massa compatta. E proprio i movimenti di questa massa compatta potrebbero portare alla divisione del continente africano.
Soprattutto perché la modellazione geodinamica che è al centro dello studio pubblicato su AGU mostra come i movimenti paralleli del Rift siano influenzati dai movimenti di questa sorta di gigantesca bolla di roccia sottostante. In particolare la presenza della superplume africana spiegherebbe alcuni degli strani fenomeni sismici registrati nell’area del Rift.
Ovviamente però, trattandosi di movimenti che hanno a che fare con il pianeta, per poter vedere anche solo l’inizio di una reale spaccatura del continente africano occorrerà attendere ancora qualche migliaio di anni.